STEP#16


«Chiamatemi Tiresia. Per dirla alla maniera dello scrittore Melville, quello di Moby Dick. Oppure Tiresia sono, per dirla alla maniera di qualcun altro.
Zeus mi diede la possibilità di vivere sette esistenze e questa è una delle sette. Non posso dirvi quale. Qualcuno di voi di certo avrà visto il mio personaggio su questo stesso palco negli anni passati, ma si trattava di attori che mi interpretavano.
Oggi sono venuto di persona perché voglio raccontarvi tutto quello che mi è accaduto nel corso dei secoli e per cercare di mettere un punto fermo nella mia trasposizione da persona a personaggio.
Sono nato a Tebe, figlio di una ninfa che si chiamava Cariclo e di uno dei fondatori della città. Tebe sorge a sud del Monte Citerone, un luogo che avrà larga parte nella mia storia. [...] Era un monte magico dove tutto poteva accadere.
Era stato a lungo il luogo prediletto per i fugaci amori di Zeus.
Era un monte dove ogni metamorfosi era possibile.» ( Andrea Camilleri, Conversazione su Tiresia )

Dalla mitologia greca alle più recenti Conversazioni di Andrea Camilleri, Tiresia è un celebre indovino di origine tebana, narrato in numerose leggende. 
Il suo nome significa forse “interprete dei segni celesti”, da ricondurre etimologicamente al greco “thras”, ovvero “prodigio”.
Le origini della sua cecità, per il mito, sono differenti: secondo un racconto, fu Atena ad accecarlo perché Tiresia, pascolando le sue greggi sull’Elicona, vide cose che occhi umani non dovevano vedere, ovvero Atena stessa che si bagnava alla fonte di Ippocrene, dove egli si era avvicinato per dissetarsi. La dea gli avrebbe allora tolto per sempre la vista e come compenso gli avrebbe donato la profezia. 
In una seconda versione del racconto, invece, Tiresia vide due serpenti che si accoppiavano: uccisa con un bastone la femmina, egli si ritrovò immediatamente trasformato in femmina e così rimase finché non si imbatté in una scena del tutto identica e con un bastone uccise il serpente maschio tornando così uomo. 
Questa sua del tutto singolare esperienza fece sì che egli venisse interrogato dagli dei sui piaceri d’amore che aveva provato da uomo e da donna: il suo giudizio suscitò l’ira di Era, che per punirlo lo accecò, mentre Zeus per consolarlo gli regalò al contempo una vita lunga 7 generazioni ed il dono della profezia.