STEP#24

In questi mesi, analizzando il termine in questione “previsione”, il percorso si è presentato molto variegato; partendo dalla semplice definizione nella lingua italiana, sfociando poi in altre lingue, il vocabolo ha presentato varie sfaccettature. Delineando la mappatura della sua storia, in cui si evince la sua presenza in varie tematiche, è evidente come sia applicabile in numerose forme quali immagini, personaggi e testi mitologici, ma anche in situazioni attuali come un messaggio pubblicitario o un film.
Necessario diventa a questo punto il suo intervento nella narrativa come nella poesia, all’interno delle quali si dimostra concettualmente come l’espediente di eternità: la previsione diviene, in questo caso, essenza, essenza costante all’interno di opere che sembrano parlare di ogni società, di ogni periodo storico, sintomo di una condizione esistenziale dell’uomo dimostratasi permanente; un esempio concreto può essere Lo Zibaldone di Giacomo Leopardi. 
Grazie ai dialoghi di Platone e alle teorie di Nietzsche, il vocabolo approda anche verso interpretazioni filosofiche, per mezzo delle quali è possibile formulare anche un concetto etico intorno ad esso sino a costruirne un pensiero quasi utopico.
Mappa Concettuale
Il campo di applicazione del termine si presenta così vasto da essere presente anche nelle arti visive quali i disegni di Leonardo da Vinci, che dimostrano come la mente dell’uomo sia da sempre “tremendamente” ingegnosa, consapevole dei propri limiti; già nel 1500 l’uomo progettava una macchina volante che l’uomo moderno chiama “aereo”. 
Di enorme sorpresa si presenta il pensiero medievale con Ruggero Bacone, filosofo che già nel 1200 scriveva: «Arriveremo a costruire macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che un'intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità senza l'aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine alate, capaci di sollevarsi nell'aria come gli uccelli».
Parlando oggi di progetti ingegneristici è perlopiù ovvio il cambiamento: con il passare dei secoli, com'è anche giusto che sia, sono cambiati i bisogni dell'umanità, ed insieme ad essi anche i campi lavorativi, all'interno dei quali la previsione si interfaccia a pieno, in maniera particolare se si parla ad esempio dell'ingegneria informatica.
Volendo interfacciarsi con la realtà, parlando della pandemia in atto, il temine in considerazione assume una posizione pressoché rilevante, soprattutto per le conseguenze che ha portato e che porterà; in questo caso le previsioni sono però per lo più negative prendendo in considerazione lo stato mentale della popolazione mondiale.
Un esempio storico di previsione è quello del Club di Roma che, con “I limiti dello sviluppo”, furono alcuni fra i primi a mettere in luce la pericolosità degli interessi dell’uomo, le conseguenze che avrebbe riportato la Terra dopo 30 anni. Le loro previsioni non furono del tutto giuste, ma ebbero il coraggio di aprire gli occhi verso un tema che ancora oggi, nonostante tutto, viene posto in secondo piano.
Inoltre, per delineare le molteplici applicazioni del termine è stato formulato un abbecedario, costruito anche grazie all'applicazione logica della mappa concettuale
Per dare sfogo alla fantasia e a quanto appreso durante questi mesi è stata scritta una mini serie TV di tre episodi.

STEP#08

Quant'è bella giovinezza
che si fugge tuttavia:
chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Quest'è Bacco e Arianna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.

Queste ninfe e altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se non gente rozze e ingrate;
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Questa soma, che vien drieto
sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d'anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi sian, giovani e vecchi,
lieto ognun, femmine e maschi.
Ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti,
arda di dolcezza il core,
non fatica, non dolore!
Ciò c'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Canzona di Bacco, componimento che fa parte dei Canti carnascialeschi di Lorenzo Magnifico è  espressione della vivacità popolare con cui si riesce ad esprimere questo amaro concetto: una forza raggiante, leggermente velata da un sentimento di malinconia, dettato dall’incertezza del domani e dal fuggire del tempo; la conclusione lascia  emergere, infatti, l’amara realtà di un destino ignoto.

STEP#07 - Platone sulla Luna

«L'astronomia costringe l'anima a guardare oltre e ci conduce da un mondo ad un altro.» 
( Platone, La Repubblica )


Platone, filosofo greco del IV secolo a.C., presenta all'interno dei suoi dialoghi, in questo caso La Repubblica, elementi che possono essere collocati in contesto moderno; possono essere considerati, in senso lato, delle "previsioni" su come la mente dell'uomo reagisca nel momento in cui si ritrova a confrontarsi con ciò che lo circonda.



Membri dell'equipaggio dell'Apollo 11 
Un esempio potrebbe essere ciò che potrebbe essere definito a tratti l'incontro di due mondi: La Terra e la Luna. Nel 1969 avvenne ciò che ha spinto "l'anima" di molte persone a cercare questo contatto tra "due mondi" diversi: lo sbarco sulla Luna. Tenendo in conto la rivalità tra le due Nazioni coinvolte nella Guerra Fredda è possibile spiegarsi alcune relazioni tra i vari eventi storici presentatisi, sempre riguardo allo sbarco sulla Luna, nel corso degli anni, a partire dal 1957. Infatti, il 4 ottobre 1957 l'Unione Sovietica lancia il primo satellite artificiale nello spazio, scatenando così una molteplicità di reazioni da tutto il mondo, nonché attenzione da parte di questo, innescando la cosiddetta "corsa allo spazio". 
Tale corsa allo spazio era inimmaginabile ad inizio secolo, per poi, con il con il passare degli anni, diventare uno sprono per chiunque.
Il 20 luglio 1969 avviene uno dei più grandi eventi storici probabilmente dell'umanità: l'allunaggio, grazie alla missione Apollo 11, in quanto «L'inizio è la parte più importante di un lavoro» ( Platone, La Repubblica ).
Questo evento ha portato e porta tuttora innumerevoli generazioni a sognare e sperare in un proprio futuro di realizzare questo sogno: conquistare lo spazio. D'altronde non sono poche le persone che dedicano la propria vita a tale scopo, vedendo il raggiungimento di questo come essenza ultima del loro "spirito", rifacendosi in questo modo alle parole di Platone.

STEP#23 - Mappa concettuale


STEP#22 - La mia vita come il Grande Fratello

Primo episodio

È un giorno come gli altri. Suona la sveglia quel maledetto “tac” che scandisce la giornata. Bagno, colazione e si va. Anzi, non ho voglia di andare a scuola. Prendo la bici e pedalata  dopo pedalata arriva nel punto più alto del paese. Solo pace. È come se la natura entrasse nel mio corpo, un panismo incontrollabile che mi riempie. Cinguetti, lo scroscio le cascate, il vento fra gli alberi… Tutto è interrotto da una voce angelica, pura, simile a una Musa. Decido di mettermi a cercare quella voce così bella. Riprendo la bici, la melodia sembra provenire dal lago della grotta. La raggiungo, entro e la voce sembra essere sempre più vicina. Non si vede nessuno intorno, eppure la musica persiste. Decido di tuffarmi in quello specchio, in quel lago così limpido. Dopo qualche bracciata un po’ impacciata e una ricerca a vuoto, esco. Mi aspetto di asciugarmi e mi appresto a tornare a casa. Ho quella melodia in testa che mi tormenta, anche se piacevolmente. Arrivo ad uno stop e ho una macchina di fianco. Un vecchietto si prepara ad attraversare la strada. Si interrompe la musica - immagino che il vecchietto venga investito ma un attimo dopo ecco che accade. Cos’è successo? È vero? La melodia ritorna e mi sento sempre più confuso.


Secondo episodio

Sono finalmente a casa. Mi stendo sul letto ma i miei pensieri mi impediscono di riposarmi, la melodia , l’incidente. Tutto è molto strano. Mi sento diverso, mi starò facendo influenzare da quella coincidenza forse. Provo a dormire ma nulla. Dopo pranzo decido di ritornare alla grotta per dare una risposta alle mie domande. Ma la voce, quella magnifica voce non si sente più lì. È solo nella mia testa. Non riesco a trovare una giustificazione. Torno indietro, ad un tratto la musica si interrompe e immagino che l’elettricista addetto alla riparazione dell’insegna del negozio di Luca, il mio amico, cada. Un secondo e accade. Di nuovo! Com’è possibile?! Con una scusa ritorno a casa. Apro il PC e comincio a fare ricerche. Non trovo nulla di simile. Penso tra me e me che potrei essere un supereroe. Ma poi ci rido su, i supereroi non esistono! E poi a cosa serve il superpotere di prevedere gli eventi? Rimuginando questi pensieri mi accorgo di aver tardato. È ora di dormire. Domani mattina ci penserò.


Terzo episodio

La melodia ritorna ed io, sempre più confuso, decido di confidarlo ai miei genitori. La loro reazione è incredula, poi, preoccupati mi consigliano di vedere una specialista: la dottoressa Rossi. Dopo aver preso appuntamento, ci rechiamo lì il giorno successivo. È tutto ovattato in quello studio, l’atmosfera è quasi spettrale. Decido di non farmi condizionare. Dopo poca attesa appare questa donna molto intrigante. Mi fa stendere sul lettino, come da prassi. E, dopo 40 minuti di seduta, decide di affidarmi a un programma speciale: un programma che avrebbe monitorato la mia vita per qualche tempo. L’idea era inquietante, ma mi persuase la sua voce, che aveva su di me lo steso effetto di quella melodia. Tornato sono sotto osservazione. Telecamere e addetti registrano ogni ia azione, parola, ogni singolo movimento. Solo il pensiero resta mio. Gli eventi strani continuano, le previsioni si manifestano. Riesco solo a pensare di dover rimanere lucido, ma quegli occhi puntati addosso non aiutano, quelle spie mi conducono alla pazzia.
Davanti a me c’è solo la finestra spalancata e il mio pensiero mi suggerisce che è solo un tuffo.

STEP#21

Nell’epoca del dominio tecnico del mondo viene messa fuori uso la pretesa di fondare la moralità dell’agire sulla bontà dell’intenzione.
L’etica fondata sulla pura intenzionalità è minacciata dalle conseguenze dell’agire tecnico che non ci dà la libertà di affidarci alla bontà delle nostre intenzioni ma ci richiede, per valutare la bontà di un’azione, uno sforzo costante di previsione degli effetti del nostro agire tecnico.

D’altra parte anche l’etica della responsabilità, che si fonda sulla previsione delle conseguenze scaturite da una azione, è messa in causa dalla potenza degli effetti che la tecnica contemporanea è in grado di sprigionare e che superano di gran lunga le nostre capacità di immaginazione/computazionali.
Laddove la previsione voglia avere una forza probante, deve ricorrere alla scienza e, dunque, deve fare i conti con gli effetti tecnici, spesso imprevedibili, dello stesso procedere degli esperimenti a scopo revisionale (come il caso degli esperimenti nucleari o quello delle sperimentazioni dei farmaci) in un gioco inquietante di mise en abyme (o infinita ripetizione).


Tradizionalmente, la diffidenza verso la tecnica scaturisce dall’identificazione di essa con un artificio non naturale, un supplemento della natura nel senso duplice attribuito alla parola “supplemento”: la tecnica è supplemento perché aggiunge qualcosa alla natura, la rafforza, ma è tale anche perché si pone al posto della natura, la supplisce. Considerata la natura come bene, il suo supplemento, in un certo senso, appare demoniaco e perciò non affidabile.

STEP#20

«L’anima umana (e così tutti gli esseri viventi) desidera sempre essenzialmente e mira unicamente, benché sotto mille aspetti, al piacere, ossia alla felicità che, considerandola bene, è tutt'uno con il piacere. Questo desiderio e questa tendenza non ha limiti, perch’è congenita con l’esistenza, e perciò non può aver fine in questo o in quel piacere che non può essere infinito, ma solamente termina con la vita. E non ha limiti “né per durata, né per estensione”. Il piacere infinito che non si può trovare nella realtà, si trova così nell’immaginazione, dalla quale derivano le speranze, le illusioni, ecc. Perciò non è meraviglia [...] che la felicità umana non possa consistere se non nella immaginazione e nelle illusioni.»( Giacomo Leopardi, Zibaldone )

La ricerca della felicità è uno degli interrogativi a cui, da sempre, l’uomo cerca di rispondere. Non c’è stato un periodo storico in cui l’essere umano non si sia chiesto come essere felice o cosa gli servisse per realizzare, nel suo io più profondo, quel determinato tipo di sensazione. 
Per Leopardi la risposta è chiara: la nostra vita trova un vero senso soltanto nel momento in cui ricerchiamo e raggiungiamo degli obiettivi che pensiamo ci possano rendere felici, altrimenti, senza questa ricerca, la nostra esistenza sarebbe una “nuda vita”.

Ciò che Leopardi indica come chiave per la felicità è una sorta di mito della realizzazione legato a doppio filo con la sua stessa vita e con la sua personale esistenza. Per lui riuscire ad emergere artisticamente, a fare delle opere di rilievo ed essere riconosciuto come autore importante era tutto. 
Oggi però, sebbene sia importante prefiggersi degli obiettivi, la felicità non è per forza legata al conseguimento e alla realizzazione di ciò che ci si era prefissati. Il mondo moderno in cui viviamo e la società in cui siamo inseriti ci pone infatti davanti a svariate complicazioni che possono trasformare l’obiettivo in sogno. La ricerca della felicità, quindi, resta una questione ancora aperta. 
Leopardi, in senso lato, anticipa quella che è ad oggi la condizione dell’uomo: prevedendo la ricerca forsennata di ciò che può essere paragonabile alla vera felicità. Cos’è la vera felicità? Non esiste una risposta univoca. La felicità è una condizione che può durare pochi attimi o perseverare nel tempo. 

Ad ogni modo è un obiettivo che ognuno tenta di raggiungere. Oggi più che mai viene ricercata ovunque. Spesso la felicità ha a che fare con il raggiungimento di obiettivi forse troppi utopici, frutto probabilmente di una visione distorta della realtà, dovuta al mondo dei social, in cui è possibile osservare la vita di persone “privilegiate economicamente” e dei propri idoli. Tale visione spesso può fungere da sprono ma spesso può trasformarsi in delusione. Anche qui Leopardi è stato lungimirante sulla condizione di tedio esistenziale in cui l’uomo si trova costantemente immerso. La felicità è ciò che spinge a fare per guadagnarsela, motivo per cui essa è fondamentale per porre delle basi che possano durare nel tempo e quindi le scelte del presente vengono fatte sulla previsione migliore che si spera di avere in futuro. 

STEP#19

Un'utopia è un assetto politico, sociale e religioso che non trova riscontro nella realtà, ma che viene proposto come ideale e come modello.
Il termine può anche riferirsi ad una meta intesa come puramente teorica e del tutto irraggiungibile; in questa accezione, può connotare sia un punto di riferimento idealistico verso cui orientare azioni ancora pragmaticamente attuabili, sia una mera illusione e un ideale vuoto. ( Fonte: Wikipedia )


In questo caso, prendendo in considerazione la seconda definizione, possiamo prendere in esempio l’imprenditore Elon Musk che, nel giugno 2002, fonda una delle sue compagnie: la Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX), azienda aerospaziale che ha come  obiettivo centrale  quello di permettere la colonizzazione di Marte.
La colonizzazione del pianeta Marte è un progetto nato nel tentativo di sviluppare un piano organico per l'installazione di possibili colonie umane sul pianeta; i piani che emergono superano ogni umana fantasia, indicando come obiettivo principale quello di rendere gli essere umani una specie interplanetaria in pochi anni. 
L’aumento della popolazione e della richiesta di beni primari potrebbero creare la necessità di colonizzare nuovi habitat, adattabili all’umanità. Attraverso la terraformazione di Marte si potrebbe consentire alla specie umana di guadagnare qualche altro migliaio di anni, in modo da avere il tempo di sviluppare una nuova tecnologia per il viaggio spaziale e colonizzare il bordo più esterno del sistema solare quando Marte sarà diventato inospitale per via delle mutazioni del Sole.
Al giorno d’oggi è però paradossale parlare di utopia in questo ambito; il progresso tecnologico, senonché il processo scientifico, potrebbero renderlo realizzabile. 
Allora cos’è realmente utopico nella nostra società attuale?
Volendo parlare di progressi, scoperte, innovazioni, quasi nulla. Questi progetti futuristici non presentano più un carattere aleatorio, dettato dall’incertezza di non avere i giusti mezzi, soprattutto da quando sono entrate in azione aziende private, esattamente come quella di Elon Musk.
Il concetto di utopia assume in questo modo un significato diverso, dividendosi in ciò che è difficile da realizzare e ciò che è facile da realizzare, ma non impossibile.

STEP#18

«Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione – e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere! » 
( Friedrich Nietzsche, La Gaia Scienza )


Friedrich Nietzsche, filosofo la cui opera è commistione di una critica, naturalmente distruttiva, al passato e di un appello al tanto ammirato futuro, formula la teoria dell’Eterno Ritorno nell’estate del 1881. Nonostante fosse una delle più famose, questa teoria filosofica non ebbe mai una proprio costruzione concettuale; tuttavia pervade ogni sua opera rimanendo nella penombra come una verità accettata quasi con timore.

«Dio è morto! Dio resta morto! E noi l’abbiamo ucciso!»
( Friedrich Nietzsche, La Gaia Scienza )

Se Dio è morto ed essendo il mondo composto da un numero infinito di elementi, che né si creano né si distruggono, allora questi devono necessariamente riaggregarsi nella stessa maniera un numero infinito di volte: il tempo è circolare, non vi è inizio né fine, ma soprattutto non c’è linearità. L’universo, la vita, la nostra esistenza, tutte le galassie e le stelle del cielo nasceranno e periranno in un moto eterno, sempre uguali a sé stesse.

L’universo ed il tempo sono parte dello stesso ciclo cosmico, noi stessi ne siamo partecipi; prigionieri e padroni allo stesso tempo. L’infinità eterna del passato e del futuro, per la loro stessa essenza, includono il tutto, qualsiasi avvenimento che sia accaduto, accade o accadrà.
È necessario allora che l’uomo si liberi e si elevi al di sopra della morale e della legge, non per cadere in uno stato di anarchia edonistica pura, bensì per ritornare alla Terra, alla natura e alla sua perfetta amoralità. 

STEP#17

Avvenire
Bilancio
Conoscenza
Divinare
Evento
Finanza
Geologia
Human resources
Ipotesi
Lotto
Mercati
Nozione
Osservazione
Pronostico
Quotare 
Razionalità
Statistiche
Terremoti
Universalismo
Valuta
Zodiaco

STEP#16


«Chiamatemi Tiresia. Per dirla alla maniera dello scrittore Melville, quello di Moby Dick. Oppure Tiresia sono, per dirla alla maniera di qualcun altro.
Zeus mi diede la possibilità di vivere sette esistenze e questa è una delle sette. Non posso dirvi quale. Qualcuno di voi di certo avrà visto il mio personaggio su questo stesso palco negli anni passati, ma si trattava di attori che mi interpretavano.
Oggi sono venuto di persona perché voglio raccontarvi tutto quello che mi è accaduto nel corso dei secoli e per cercare di mettere un punto fermo nella mia trasposizione da persona a personaggio.
Sono nato a Tebe, figlio di una ninfa che si chiamava Cariclo e di uno dei fondatori della città. Tebe sorge a sud del Monte Citerone, un luogo che avrà larga parte nella mia storia. [...] Era un monte magico dove tutto poteva accadere.
Era stato a lungo il luogo prediletto per i fugaci amori di Zeus.
Era un monte dove ogni metamorfosi era possibile.» ( Andrea Camilleri, Conversazione su Tiresia )

Dalla mitologia greca alle più recenti Conversazioni di Andrea Camilleri, Tiresia è un celebre indovino di origine tebana, narrato in numerose leggende. 
Il suo nome significa forse “interprete dei segni celesti”, da ricondurre etimologicamente al greco “thras”, ovvero “prodigio”.
Le origini della sua cecità, per il mito, sono differenti: secondo un racconto, fu Atena ad accecarlo perché Tiresia, pascolando le sue greggi sull’Elicona, vide cose che occhi umani non dovevano vedere, ovvero Atena stessa che si bagnava alla fonte di Ippocrene, dove egli si era avvicinato per dissetarsi. La dea gli avrebbe allora tolto per sempre la vista e come compenso gli avrebbe donato la profezia. 
In una seconda versione del racconto, invece, Tiresia vide due serpenti che si accoppiavano: uccisa con un bastone la femmina, egli si ritrovò immediatamente trasformato in femmina e così rimase finché non si imbatté in una scena del tutto identica e con un bastone uccise il serpente maschio tornando così uomo. 
Questa sua del tutto singolare esperienza fece sì che egli venisse interrogato dagli dei sui piaceri d’amore che aveva provato da uomo e da donna: il suo giudizio suscitò l’ira di Era, che per punirlo lo accecò, mentre Zeus per consolarlo gli regalò al contempo una vita lunga 7 generazioni ed il dono della profezia. 







STEP#15

Fondato nel 1968, il Club di Roma divenne famoso per il rapporto del 1972 sui limiti dello sviluppo (The Limits to Growth). Grazie ad un modello matematico, il rapporto conteneva una predizione del trend mondiale futuro per popolazione, produzione, cibo, inquinamento e risorse naturali, concludendo che la crescita infinita in un pianeta dalle risorse finite non è possibile: il collasso della civiltà moderna era previsto nel XXI secolo. La teoria fu rigettata dalla comunità scientifica internazionale, soprattutto quella economica, sostenendo che il modello World3, quello usato dal Club di Roma, sottostimava l’effetto dello sviluppo tecnologico come volano della crescita economica.

I limiti dello sviluppo era un rapporto contro l’inquinamento ambientale americano dell’epoca, che vedeva nella cessazione della crescita globale e dello sviluppo economico l’unica soluzione possibile per evitare la catastrofe. 
Queste conclusioni vennero rifiutate dal Terzo Mondo: meglio risolvere il problema dell’inquinamento e dell’iperconsumo aggredendo il sistema produttivo dei paesi sviluppati, tramite vincoli o stimoli economici, che bloccare la crescita globale condannando i paesi poveri al sottosviluppo eterno.

Oggi, 50 anni dopo il Club di Roma i problemi alla base dei “dilemmi dell’umanità” rimangono abbastanza inalterati anche se quantitativamente meno angoscianti e concentrati in un numero inferiore di aree geografiche. Tuttavia, con crescente consapevolezza, a questi se ne aggiunge un altro che,  trasversalmente alla geografia della crescita, riguarda tutti: il problema dei mutamenti climatici che induce a paventare lo stesso rischio della estinzione della specie umana.
I sistemi democratici sono gli unici in grado di assicurare giustizia e distribuzione equa delle ricchezze. Tuttavia la democrazia risponde troppo agli interessi a breve termine dell'intera popolazione e contemporaneamente ha un sistema decisionale troppo lento per rispondere alle esigenze ambientali.
Si aggiunge il fatto che la maggior parte delle democrazie sono in paesi capitalistici; e il capitalismo stesso tende a utilizzare le risorse finanziarie per le soluzioni più semplici. L'approccio definito business as usual (proseguire come se non ci fossero problemi) è incapace di offrire uno sviluppo sostenibile. Ora invece sono necessarie soluzioni più costose, ma che guardano al futuro, e meno inquinanti. In breve, il capitalismo è incapace di risolvere i problemi ambientali e il sistema democratico si affida solo al sistema capitalistico.
Il tema che speso però viene tralasciato è quello dei limiti delle previsioni: l’analisi a distanza di oltre quarant’anni di quel rapporto, anche aggiornato più volte, impone una riflessione sulle previsioni. È innegabile che la scienza sia in grado di fare previsioni: certi fenomeni sono deterministici e producono sempre gli stessi effetti date certe circostanze. È così per le orbite dei pianeti, le reazioni chimiche, fenomeni più complessi come la dinamica dell’atmosfera, di tipo non-lineare, ma prevedibile su un arco di tempo non troppo lungo. 
Ben più difficile è fare previsioni su fenomeni complessi e caotici come quelli che riguardano la civiltà umana. Quando infatti si parla di limiti delle risorse disponibili per il progresso della civiltà umana, si tocca un concetto solo apparentemente legato a fattori prevedibili scientificamente: la finitezza delle risorse e quindi il loro futuro esaurimento.
La preoccupazione “nasce piuttosto dal costo crescente dello sfruttamento delle sorgenti e dei pozzi planetari… Verrà il giorno in cui [i costi] saranno tanto elevati che la crescita industriale non potrà più essere sostenuta”.

Approfondimenti:


  • Brown L.R., Who Will Feed China? Wake-Up Call for a Small Planet, WorldWatch Institute, 1995;
  • Han N.H., Steel as the Backbone of the Modern Economy, WorldSteel Association, 2012;
  • Meadows D.L. et al., Dynamics of Growth in a Finite World, Wright Allen Press, 1974;
  • Mukerjee M., L’Apocalisse dietro l’angolo: abbiamo superato i limiti dello sviluppo?, “Le Scienze.it”, 1° giugno 2012;
  • Zuliani F., Picchisti di tutto il mondo, “Energia&Motori”, 8 dicembre 2011;
  • Zuliani F., Il problema della sovrappopolazione, “Energia&Motori”, 23 gennaio 2014;
  • Zuliani F., Il fallimento della decarbonizzazione dell’economia globale, “iMille”, 28 marzo 2014;