STEP#14 - Suicidi da Coronavirus

"Di pochissimi giorni fa la notizia dell’imprenditore Antonio Nogara, di Napoli, morto suicida attanagliato dalle preoccupazioni e dalle difficoltà di una crisi che in questi mesi di ”stop” per coronavirus non aveva certo risparmiato la sua impresa, i dipendenti e le sue responsabilità come titolare d’azienda."

Vignetta di Mauro Biani



Numerosi sono gli studi effettuati da vari centri come l’Osservatorio ”Suicidi per motivazioni economiche” della Link Campus University: dall'inizio di questo 2020 sono 42 i suicidi registrati, di questi 25 schedati durante le settimane del lock-down. Confrontando i dati con quelli relativi al 2019 è evidente l'esponenziale differenza: un anno fa, infatti, il numero delle vittime si attestava a 14, e il fenomeno dei suicidi registrava la prima vera battuta d’arresto dopo anni di costante crescita.

Le parole del presidente dell'Osservatorio: «I costi psicologici che questa emergenza Covid comporterà non vanno sottovalutati, prima di dimenticare avremo cicatrici da rimarginare e di cui ci accorgeremo dopo. Ma il rischio è una epidemia suicidaria, il fenomeno è in ascesa, ora la gente inizia a toccare con mano la crisi economica, una volta che riprenderanno molti si accorgeranno che non saranno nelle condizioni di riaprire. Anche la Caritas avverte che chi chiede aiuto si è triplicato ed è cambiata la tipologia di persone, 10 milioni di italiani sono a rischio povertà. Ripeto parlo di picco perché la concentrazione di casi a grappolo c'è stata nella stessa zona e in un contesto di emergenza, come avvenne con il terremoto di Amatrice».

Le 300mila vittime del Coronavirus rappresentano la punta dell’iceberg dell'intera pandemia poiché, oltre a queste, ci sono anche quelle “ufficiose”, una massa dai contorni incerti ma comunque enorme, sconosciuto alle statistiche del virus perché nel caos dell’emergenza non ha ottenuto né tamponi né diagnosi. 



In queste settimane, nei prossimi mesi e probabilmente nei prossimi anni, alle morti ufficiali e alle morti ufficiose di vittime si aggiungerà una terza falange: quello dei suicidi, dovuti alla disperazione per quarantene e lock-down, ma anche ai contraccolpi della peggior crisi economica degli ultimi settant’anni, che in Paesi particolarmente fragili, come l’Italia, rischia di avere tempi lunghi e dolorosi.


"Negli Stati Uniti uno studio stima per il prossimo decennio ben 75mila vittime legate alla crisi del coronavirus, classificate come “morti per disperazione”. Comprendono sia i suicidi che i decessi per abusi di sostanze stupefacenti. E' una cifra enorme: guardando i disoccupati statunitensi schizzare oltre quota 33 milioni, il triplo della Grande Depressione, qualche brivido inizia a correre anche sulla schiena degli ottimisti, in quest’America che segna allo stesso tempo il record di decessi mondiali per coronavirus e il formidabile rimbalzo dell’indice tecnologico Nasdaq a Wall Street."(Fonte: Il Sole 24 ore)




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