STEP#20

«L’anima umana (e così tutti gli esseri viventi) desidera sempre essenzialmente e mira unicamente, benché sotto mille aspetti, al piacere, ossia alla felicità che, considerandola bene, è tutt'uno con il piacere. Questo desiderio e questa tendenza non ha limiti, perch’è congenita con l’esistenza, e perciò non può aver fine in questo o in quel piacere che non può essere infinito, ma solamente termina con la vita. E non ha limiti “né per durata, né per estensione”. Il piacere infinito che non si può trovare nella realtà, si trova così nell’immaginazione, dalla quale derivano le speranze, le illusioni, ecc. Perciò non è meraviglia [...] che la felicità umana non possa consistere se non nella immaginazione e nelle illusioni.»( Giacomo Leopardi, Zibaldone )

La ricerca della felicità è uno degli interrogativi a cui, da sempre, l’uomo cerca di rispondere. Non c’è stato un periodo storico in cui l’essere umano non si sia chiesto come essere felice o cosa gli servisse per realizzare, nel suo io più profondo, quel determinato tipo di sensazione. 
Per Leopardi la risposta è chiara: la nostra vita trova un vero senso soltanto nel momento in cui ricerchiamo e raggiungiamo degli obiettivi che pensiamo ci possano rendere felici, altrimenti, senza questa ricerca, la nostra esistenza sarebbe una “nuda vita”.

Ciò che Leopardi indica come chiave per la felicità è una sorta di mito della realizzazione legato a doppio filo con la sua stessa vita e con la sua personale esistenza. Per lui riuscire ad emergere artisticamente, a fare delle opere di rilievo ed essere riconosciuto come autore importante era tutto. 
Oggi però, sebbene sia importante prefiggersi degli obiettivi, la felicità non è per forza legata al conseguimento e alla realizzazione di ciò che ci si era prefissati. Il mondo moderno in cui viviamo e la società in cui siamo inseriti ci pone infatti davanti a svariate complicazioni che possono trasformare l’obiettivo in sogno. La ricerca della felicità, quindi, resta una questione ancora aperta. 
Leopardi, in senso lato, anticipa quella che è ad oggi la condizione dell’uomo: prevedendo la ricerca forsennata di ciò che può essere paragonabile alla vera felicità. Cos’è la vera felicità? Non esiste una risposta univoca. La felicità è una condizione che può durare pochi attimi o perseverare nel tempo. 

Ad ogni modo è un obiettivo che ognuno tenta di raggiungere. Oggi più che mai viene ricercata ovunque. Spesso la felicità ha a che fare con il raggiungimento di obiettivi forse troppi utopici, frutto probabilmente di una visione distorta della realtà, dovuta al mondo dei social, in cui è possibile osservare la vita di persone “privilegiate economicamente” e dei propri idoli. Tale visione spesso può fungere da sprono ma spesso può trasformarsi in delusione. Anche qui Leopardi è stato lungimirante sulla condizione di tedio esistenziale in cui l’uomo si trova costantemente immerso. La felicità è ciò che spinge a fare per guadagnarsela, motivo per cui essa è fondamentale per porre delle basi che possano durare nel tempo e quindi le scelte del presente vengono fatte sulla previsione migliore che si spera di avere in futuro.